Guida di Piera

Piera
Guida di Piera

Parco divertimenti

Parco di divertimento acquatico a 2 km circa dal villaggio
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Water Paradise
SP81
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Parco di divertimento acquatico a 2 km circa dal villaggio

Visite turistiche

Castelsardo è un incantevole borgo medioevale, situato nel Nord Sardegna, in provincia di Sassari, adagiato su un promontorio che si affaccia proprio al centro del Golfo dell'Asinara. Le sue bellezze naturalistiche, le splendide insenature, i prodotti tipici, l'artigianato, le tradizioni ed il catteristico porto ne fanno una delle località turistiche più suggestive della Sardegna. Forse in età romana era la mitica Tibula, nel Medioevo è di certo stato per secoli fortezza inespugnabile, protetta da possenti mura e 17 torri, fino all’avvento delle armi moderne. Il nucleo originario di Castelsardo fu costruito attorno al castello dei Doria, risalente, secondo tradizione, al 1102, ma più verosimilmente a fine XIII secolo, attuale sede del suggestivo museo dell’Intreccio mediterraneo, uno dei più visitati della Sardegna. Tipico centro di artigianato Sardo.
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Castelsardo
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Castelsardo è un incantevole borgo medioevale, situato nel Nord Sardegna, in provincia di Sassari, adagiato su un promontorio che si affaccia proprio al centro del Golfo dell'Asinara. Le sue bellezze naturalistiche, le splendide insenature, i prodotti tipici, l'artigianato, le tradizioni ed il catteristico porto ne fanno una delle località turistiche più suggestive della Sardegna. Forse in età romana era la mitica Tibula, nel Medioevo è di certo stato per secoli fortezza inespugnabile, protetta da possenti mura e 17 torri, fino all’avvento delle armi moderne. Il nucleo originario di Castelsardo fu costruito attorno al castello dei Doria, risalente, secondo tradizione, al 1102, ma più verosimilmente a fine XIII secolo, attuale sede del suggestivo museo dell’Intreccio mediterraneo, uno dei più visitati della Sardegna. Tipico centro di artigianato Sardo.
Al centro del Golfo dell’Asinara, Porto Torres gode di una posizione privilegiata ed è collegato con il Porto di Civitavecchia, in quanto fermata intermedia sulla rotta per Barcellona operata da Grimaldi Lines. La Spiaggia di Balai è una piccola caletta caratterizzata da fondale sabbioso ed acqua azzurro intenso. Ai due lati della costa si ergono alte scogliere dove i più temerari sono soliti esibirsi in tuffi acrobatici, mentre tutto intorno è circondata da un verdissimo giardino ricco di palme e fiori. Con la piccola chiesetta di Balai in lontananza vi sembrerà di essere all'interno di una cartolina! Storia e bellezze naturali convivono perfettamente in questo territorio, tra i più affascinanti di tutta l’isola. A poco più di 30 minuti, Stintino con la bellissima spiaggia della Pelosa ed il Parco Nazionale dell’Asinara, da soli valgono il prezzo del biglietto.
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Porto Torres
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Al centro del Golfo dell’Asinara, Porto Torres gode di una posizione privilegiata ed è collegato con il Porto di Civitavecchia, in quanto fermata intermedia sulla rotta per Barcellona operata da Grimaldi Lines. La Spiaggia di Balai è una piccola caletta caratterizzata da fondale sabbioso ed acqua azzurro intenso. Ai due lati della costa si ergono alte scogliere dove i più temerari sono soliti esibirsi in tuffi acrobatici, mentre tutto intorno è circondata da un verdissimo giardino ricco di palme e fiori. Con la piccola chiesetta di Balai in lontananza vi sembrerà di essere all'interno di una cartolina! Storia e bellezze naturali convivono perfettamente in questo territorio, tra i più affascinanti di tutta l’isola. A poco più di 30 minuti, Stintino con la bellissima spiaggia della Pelosa ed il Parco Nazionale dell’Asinara, da soli valgono il prezzo del biglietto.
Non potete certo farvi sfuggire l'occasione di un bel tuffo nella spiaggia della Pelosa, considerata in assoluto la più bella di tutta la Sardegna per la sua finissima sabbia bianca e la sua acqua limpida, probabilmente la più pulita di tutta Italia. Da Porto Torres vi basterà seguire la SP57 fino all'incrocio con Pozzo San Nicola e prendere poi la SP34 in direzione Stintino: 30 minuti e siete arrivati! La spiaggia, manco a dirlo, è sempre affollatissima perciò se volete davvero godervela a pieno il nostro consiglio è di arrivare molto presto la mattina oppure visitarla nei mesi di giugno e settembre. Sull'arenile sono presenti bar, alberghi, ristoranti, negozi e servizi vari tra un parcheggio a pagamento. A meno di 300 metri più a nord si trova la più piccola ma non per questo meno bella spiaggia della Pelosetta con dinnanzi l'Isolotto della Pelosa raggiungibile anche a nuoto mentre verso nor-est il panorama spazia dall'Isola Piana all'Isola dell'Asinara.
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Stintino
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Non potete certo farvi sfuggire l'occasione di un bel tuffo nella spiaggia della Pelosa, considerata in assoluto la più bella di tutta la Sardegna per la sua finissima sabbia bianca e la sua acqua limpida, probabilmente la più pulita di tutta Italia. Da Porto Torres vi basterà seguire la SP57 fino all'incrocio con Pozzo San Nicola e prendere poi la SP34 in direzione Stintino: 30 minuti e siete arrivati! La spiaggia, manco a dirlo, è sempre affollatissima perciò se volete davvero godervela a pieno il nostro consiglio è di arrivare molto presto la mattina oppure visitarla nei mesi di giugno e settembre. Sull'arenile sono presenti bar, alberghi, ristoranti, negozi e servizi vari tra un parcheggio a pagamento. A meno di 300 metri più a nord si trova la più piccola ma non per questo meno bella spiaggia della Pelosetta con dinnanzi l'Isolotto della Pelosa raggiungibile anche a nuoto mentre verso nor-est il panorama spazia dall'Isola Piana all'Isola dell'Asinara.
VISITARE IL PARCO NAZIONALE DELL'ASINARA Da Porto Torres, si può prendere un traghetto (€15 a/r) e raggiungere l'isola Asinara, un tempo nota per il carcere di massima sicurezza ed oggi grande Parco Nazionale, famoso in tutto il mondo per la sua ricca flora e fauna. Visitare questa terra incontaminata è un'esperienza che non potete assolutamente farvi sfuggire! Prenotate un'escursione tramite uno dei diversi tour operator ed immergetevi nella bellezza della sua natura. La vegetazione, tipica della macchia mediterranea, con ben 678 specie di piante, è ricchissima. La fauna, oltre al famosissimo asinello sardo albina, simbolo dell'isola a cui si deve il nome, è ricca di molti altri animali che qui vivono indisturbati: mufloni, cinghiali, cavalli, diverse specie di uccelli, tra cui il gabbiano corso, il marangone dal ciuffo, il falco pellegrino, la pernice sarda e la gazza. Inoltre, come dimenticare le bellissime calette, prime tra tutte Cala Sant'Andrea o Cala d'Arena, dove potersi immergere per un bagno ristoratore? Se, lo desiderate inoltre, in alcuni periodi dell'anno, è anche possibile visitare l'ex carcere di massima sicurezza: un'esperienza suggestiva per conoscere da vicino un'importante e controverso capitolo della storia d'Italia.
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Asinara
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VISITARE IL PARCO NAZIONALE DELL'ASINARA Da Porto Torres, si può prendere un traghetto (€15 a/r) e raggiungere l'isola Asinara, un tempo nota per il carcere di massima sicurezza ed oggi grande Parco Nazionale, famoso in tutto il mondo per la sua ricca flora e fauna. Visitare questa terra incontaminata è un'esperienza che non potete assolutamente farvi sfuggire! Prenotate un'escursione tramite uno dei diversi tour operator ed immergetevi nella bellezza della sua natura. La vegetazione, tipica della macchia mediterranea, con ben 678 specie di piante, è ricchissima. La fauna, oltre al famosissimo asinello sardo albina, simbolo dell'isola a cui si deve il nome, è ricca di molti altri animali che qui vivono indisturbati: mufloni, cinghiali, cavalli, diverse specie di uccelli, tra cui il gabbiano corso, il marangone dal ciuffo, il falco pellegrino, la pernice sarda e la gazza. Inoltre, come dimenticare le bellissime calette, prime tra tutte Cala Sant'Andrea o Cala d'Arena, dove potersi immergere per un bagno ristoratore? Se, lo desiderate inoltre, in alcuni periodi dell'anno, è anche possibile visitare l'ex carcere di massima sicurezza: un'esperienza suggestiva per conoscere da vicino un'importante e controverso capitolo della storia d'Italia.
Situata nella parte nord-occidentale della Sardegna, la città di Alghero possiede un patrimonio unico e ricchissimo, sia archeologico che artistico. Visitare Alghero significa scoprire una bella città medievale con i suoi bastioni e le sue strade tortuose. E’ molto piacevole da visitare a piedi: essendo piccola, ci vorranno solo poche ore per scoprire tutti i luoghi d’interesse della città. Potrete quindi approfittare del vostro soggiorno in Sardegna per visitare i dintorni di Alghero. Il centro storico è affascinante con tutte le sue stradine acciottolate, dove si trovano i principali monumenti storici da vedere ad Alghero. Ci sono anche molti bar, ristoranti e negozi che vendono gioielli di corallo rosso. Essendo Alghero sulla costa corallina, i gioielli sono la specialità della regione. Sono molto popolari e sono il souvenir perfetto da portare al ritorno dalle vacanze. luoghi d’interesse da scoprire nel centro storico di Alghero sono: La Cattedrale di Santa Maria Il campanile della Cattedrale Piazza Civica (piazza principale) Il Museo del Corallo La chiesa di San Michele Arcangelo La chiesa di San Francesco. Da non perdere le Grotte di Nettuno Come arrivarci: trasporto pubblico – con la macchina – traghetto Tempo da trascorrere: da 2h a mezza giornata Tipo: escursione, trekking Prezzo: 13€ a persona Le Grotte di Nettuno risalenti al periodo preistorico sono le più famose di tutta la Sardegna. Si estendono per circa 4Km ma solo 1 Km è visitabile. All’ interno della grotta, la spiaggia di sabbia bianchissima, il lago salato sotterraneo La marmora, profondo quasi dieci metri, e quattro sale. Attraverso un sentiero si visitano la sala della Reggia, dove una colonna di 18 metri si eleva fino alla volta e forma due arcate spettacolari. La sala delle Rovine e la sala Smith (o dell’Organo): dal nome del capitano inglese che la scoprì nell’ Ottocento. A centro il Grande Organo, che riprende la forma di un grande organo formato da stalagmiti. Impressionante! Oltre le meravigliose spiagge e Capo Caccia .
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Alghero
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Situata nella parte nord-occidentale della Sardegna, la città di Alghero possiede un patrimonio unico e ricchissimo, sia archeologico che artistico. Visitare Alghero significa scoprire una bella città medievale con i suoi bastioni e le sue strade tortuose. E’ molto piacevole da visitare a piedi: essendo piccola, ci vorranno solo poche ore per scoprire tutti i luoghi d’interesse della città. Potrete quindi approfittare del vostro soggiorno in Sardegna per visitare i dintorni di Alghero. Il centro storico è affascinante con tutte le sue stradine acciottolate, dove si trovano i principali monumenti storici da vedere ad Alghero. Ci sono anche molti bar, ristoranti e negozi che vendono gioielli di corallo rosso. Essendo Alghero sulla costa corallina, i gioielli sono la specialità della regione. Sono molto popolari e sono il souvenir perfetto da portare al ritorno dalle vacanze. luoghi d’interesse da scoprire nel centro storico di Alghero sono: La Cattedrale di Santa Maria Il campanile della Cattedrale Piazza Civica (piazza principale) Il Museo del Corallo La chiesa di San Michele Arcangelo La chiesa di San Francesco. Da non perdere le Grotte di Nettuno Come arrivarci: trasporto pubblico – con la macchina – traghetto Tempo da trascorrere: da 2h a mezza giornata Tipo: escursione, trekking Prezzo: 13€ a persona Le Grotte di Nettuno risalenti al periodo preistorico sono le più famose di tutta la Sardegna. Si estendono per circa 4Km ma solo 1 Km è visitabile. All’ interno della grotta, la spiaggia di sabbia bianchissima, il lago salato sotterraneo La marmora, profondo quasi dieci metri, e quattro sale. Attraverso un sentiero si visitano la sala della Reggia, dove una colonna di 18 metri si eleva fino alla volta e forma due arcate spettacolari. La sala delle Rovine e la sala Smith (o dell’Organo): dal nome del capitano inglese che la scoprì nell’ Ottocento. A centro il Grande Organo, che riprende la forma di un grande organo formato da stalagmiti. Impressionante! Oltre le meravigliose spiagge e Capo Caccia .
Un villaggio fantasma accanto a montagne di scorie argentate e affascinanti ruderi di un’epopea mineraria ormai lontana, oggi innovativo museo a cielo aperto. Ma anche scogliere a strapiombo su acque limpide, spettacolari calette e candide distese sabbiose, luoghi dove alternare relax in spiaggia a esplorazioni escursionistiche. È lo scenario dell’Argentiera, frazione di Sassari - da cui dista 43 chilometri (lungo prima la statale 291 e poi provinciale 18) - un tempo florida borgata e principale distretto estrattivo del nord Sardegna, grazie a ricchi giacimenti di zinco e piombo argentifero, noti sin dall’Antichità. Oggi è uno dei siti di archeologia industriale più suggestivi d’Europa, parte integrante del parco geominerario della Sardegna, nonché una placida località di mare, a metà strada tra Alghero, Stintino e Porto Torres, mai affollata, neppure in piena estate. Poche famiglie di contadini abitano tutto l’anno la borgata. I ruderi della vecchia miniera si affacciano sul mare turchese. Attorno si susseguono ripide pareti rocciose e promontori ricoperti da fitta macchia mediterranea, che delimitano baie di selvaggia bellezza, accessibili dal mare o via terra lungo irti sentieri nella natura incontaminata, ideali per il trekking. Scenari spettacolari, set della scena iniziale de ‘La scogliera dei desideri’, con Betty Taylor e Richard Burton (1968). L’alta costiera è interrotta da tre insenature sabbiose: a Porto Palmas, vicino allo scoglio Businco e la cala dell’Argentiera, un tempo usata come carico minerali, imbarcati e trasportati poi sui battelli. La cala è formata da due spiagge a semicerchio, separate da una piccola scogliera. La sabbia è compatta, a grani medi, di un colore ambrato chiaro, quasi grigio per via delle polveri minerali. La maggiore delle spiagge dà quasi sulla piazza principale del borgo, teatro a fine luglio di un festival letterario. La più piccola si trova a sud, detta Cala Onano, dominata da un villaggio di minatori nato a inizio XX secolo e dal fabbricato della laveria in legno pitch-pine del 1936, oggi uno dei più singolari monumenti minerari. Il fondale della baia è basso e sabbioso in riva, fatto di tavolati rocciosi più a largo: spiccano speroni con anfratti e cavità, habitat di una gran varietà di forme di vita e meta di appassionati di snorkeling. Qui potrai noleggiare attrezzature balneari, pedalò e canoe. Non mancano punto ristoro e ampio parcheggio, adatto anche ai camper. Vicino ristoranti e bar. Dalla borgata partono due strade sterrate che portano al capo e alla punta dell’Argentiera. A sud, percorsi due chilometri, incontrerai Porto Palmas, unico approdo nel raggio di qualche miglio. La spiaggia è una spettacolare mezzaluna di sabbia bianca in mezzo a rocce scure, con ai lati basse scogliere che la proteggono da vento e correnti. A nord dell’Argentiera lo sterrato percorribile con fuoristrada procede parallelamente alla scogliera per alcuni chilometri: ammirerai uno levigato di roccia lavica, modellato da acqua e vento, che assume tratti di paesaggio lunare e circoscrive calette con punti panoramici. La strada, ora asfaltata, prosegue sino alla selvaggia spiaggia di Lampianu, vicina al villaggio Nurra in disuso, e arriva a punta de Lu Nibaru, di fronte allo scoglio Businco. L’attività estrattiva dell’Argentiera durò esattamente un secolo a partire dal 1867. La miniera passò di mano in mano da una società alla’altra, con alterne vicende, il massimo dello sviluppo tra fine XIX e primi decenni del XX secolo. Una significativa e suggestiva eredità di recente in fase di valorizzazione, iniziata con la rigenerazione ambientale e la riqualificazione urbana della borgata, e proseguita nel 2019 con la realizzazione dell’Open MAR, innovativo museo a cielo aperto, incontro di memoria storica, arte e nuove tecnologie.
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Argentiera
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Un villaggio fantasma accanto a montagne di scorie argentate e affascinanti ruderi di un’epopea mineraria ormai lontana, oggi innovativo museo a cielo aperto. Ma anche scogliere a strapiombo su acque limpide, spettacolari calette e candide distese sabbiose, luoghi dove alternare relax in spiaggia a esplorazioni escursionistiche. È lo scenario dell’Argentiera, frazione di Sassari - da cui dista 43 chilometri (lungo prima la statale 291 e poi provinciale 18) - un tempo florida borgata e principale distretto estrattivo del nord Sardegna, grazie a ricchi giacimenti di zinco e piombo argentifero, noti sin dall’Antichità. Oggi è uno dei siti di archeologia industriale più suggestivi d’Europa, parte integrante del parco geominerario della Sardegna, nonché una placida località di mare, a metà strada tra Alghero, Stintino e Porto Torres, mai affollata, neppure in piena estate. Poche famiglie di contadini abitano tutto l’anno la borgata. I ruderi della vecchia miniera si affacciano sul mare turchese. Attorno si susseguono ripide pareti rocciose e promontori ricoperti da fitta macchia mediterranea, che delimitano baie di selvaggia bellezza, accessibili dal mare o via terra lungo irti sentieri nella natura incontaminata, ideali per il trekking. Scenari spettacolari, set della scena iniziale de ‘La scogliera dei desideri’, con Betty Taylor e Richard Burton (1968). L’alta costiera è interrotta da tre insenature sabbiose: a Porto Palmas, vicino allo scoglio Businco e la cala dell’Argentiera, un tempo usata come carico minerali, imbarcati e trasportati poi sui battelli. La cala è formata da due spiagge a semicerchio, separate da una piccola scogliera. La sabbia è compatta, a grani medi, di un colore ambrato chiaro, quasi grigio per via delle polveri minerali. La maggiore delle spiagge dà quasi sulla piazza principale del borgo, teatro a fine luglio di un festival letterario. La più piccola si trova a sud, detta Cala Onano, dominata da un villaggio di minatori nato a inizio XX secolo e dal fabbricato della laveria in legno pitch-pine del 1936, oggi uno dei più singolari monumenti minerari. Il fondale della baia è basso e sabbioso in riva, fatto di tavolati rocciosi più a largo: spiccano speroni con anfratti e cavità, habitat di una gran varietà di forme di vita e meta di appassionati di snorkeling. Qui potrai noleggiare attrezzature balneari, pedalò e canoe. Non mancano punto ristoro e ampio parcheggio, adatto anche ai camper. Vicino ristoranti e bar. Dalla borgata partono due strade sterrate che portano al capo e alla punta dell’Argentiera. A sud, percorsi due chilometri, incontrerai Porto Palmas, unico approdo nel raggio di qualche miglio. La spiaggia è una spettacolare mezzaluna di sabbia bianca in mezzo a rocce scure, con ai lati basse scogliere che la proteggono da vento e correnti. A nord dell’Argentiera lo sterrato percorribile con fuoristrada procede parallelamente alla scogliera per alcuni chilometri: ammirerai uno levigato di roccia lavica, modellato da acqua e vento, che assume tratti di paesaggio lunare e circoscrive calette con punti panoramici. La strada, ora asfaltata, prosegue sino alla selvaggia spiaggia di Lampianu, vicina al villaggio Nurra in disuso, e arriva a punta de Lu Nibaru, di fronte allo scoglio Businco. L’attività estrattiva dell’Argentiera durò esattamente un secolo a partire dal 1867. La miniera passò di mano in mano da una società alla’altra, con alterne vicende, il massimo dello sviluppo tra fine XIX e primi decenni del XX secolo. Una significativa e suggestiva eredità di recente in fase di valorizzazione, iniziata con la rigenerazione ambientale e la riqualificazione urbana della borgata, e proseguita nel 2019 con la realizzazione dell’Open MAR, innovativo museo a cielo aperto, incontro di memoria storica, arte e nuove tecnologie.
La roccia dell'Elefante è un grosso masso trachitico e andesitico, dal forte color ruggine, notevolmente eroso dagli agenti atmosferici che gli hanno conferito il singolare aspetto di un pachiderma seduto. Roccia dell'Elefante La roccia, che ha un'altezza di circa quattro metri, si trova nel comune di Castelsardo in località Multeddu, al km 4,3 della SS 134 che collega il suddetto comune a Sedini. Originariamente il masso faceva parte del complesso roccioso di monte Castellazzu dal quale si distaccò rotolando a valle. Oltre ad una certa importanza turistico-paesaggistica, la roccia dell'Elefante riveste anche una notevole rilevanza archeologica per le due domus de janas, risalenti al periodo prenuragico, che sono ospitate al suo interno.
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大象岩
Strada Statale 134 Km 19,300
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La roccia dell'Elefante è un grosso masso trachitico e andesitico, dal forte color ruggine, notevolmente eroso dagli agenti atmosferici che gli hanno conferito il singolare aspetto di un pachiderma seduto. Roccia dell'Elefante La roccia, che ha un'altezza di circa quattro metri, si trova nel comune di Castelsardo in località Multeddu, al km 4,3 della SS 134 che collega il suddetto comune a Sedini. Originariamente il masso faceva parte del complesso roccioso di monte Castellazzu dal quale si distaccò rotolando a valle. Oltre ad una certa importanza turistico-paesaggistica, la roccia dell'Elefante riveste anche una notevole rilevanza archeologica per le due domus de janas, risalenti al periodo prenuragico, che sono ospitate al suo interno.
Fondata nel Medioevo, quando la popolazione dell’antica Turris Libisonis si rifugiò gradualmente nell’entroterra, Sassari sorge su un tavolato calcareo segnato da valli e gole e contornato da colline coltivate. Oliveti e boschi completano la cornice del quinto territorio per estensione in Italia. È la seconda città sarda per popolazione (128 mila abitanti), cuore di un’area che ne accoglie il doppio. Divenne Comune nel 1294 con la promulgazione degli Statuti sassaresi, che rappresentano un corpus di leggi fondamentale della storia isolana. Nel XIX secolo si espanse oltre le mura trecentesche, che la cingevano collegate da 36 torri. Oggi ne restano sei. Al posto del castello sorse la caserma La Marmora, ora museo della Brigata Sassari, protagonista di vicende militari del XX secolo. I sassaresi più influenti sono stati Enrico Berlinguer e i presidenti della Repubblica Antonio Segni e Francesco Cossiga. Fontana di Rosello e Piazza d’Italia sono i due simboli della città. Il centro è composto da edifici signorili, luoghi d’arte e cultura. Tanti i musei, tra cui il Mus’A, il Biasi, il padiglione Tavolara e, soprattutto, il museo nazionale Sanna, un concentrato di archeologia. La testimonianza preistorica più imponente (ed enigmatica) è l’altare di monte d’Accoddi, piramide a gradoni che ricorda i santuari mesopotamici, edificato nel IV millennio a.C., restaurato nel III e frequentato fino all’età del Bronzo. Nel Sassarese ci sono anche dolmen, domus de Janas, menhir e 150 siti nuragici, tra nuraghi, villaggi, tombe di Giganti e pozzi sacri. Tra gli edifici di culto il più antico è la chiesa di sant’Apollinare. Mentre spicca la cattedrale di san Nicola di Bari, armoniosa sovrapposizione di stili architettonici (volte gotiche, facciata barocca, decori classici) costruita a partire dal XIII secolo. La penultima domenica di maggio si svolge l’affascinante Cavalcata Sarda, sfilata di costumi tradizionali. A Ferragosto si celebra la festa ‘grande’, la Discesa dei Candelieri, processione di monumentali ceri di legno portati a spalla lungo le vie, sino alla chiesa di santa Maria di Betlem, per sciogliere il voto alla Vergine che, secondo leggenda, salvò la città dalla peste. Suggestivi sono i riti della Settimana Santa. A proposito di tradizione, ecco la cucina: la favata e le ‘monzette’, lumachine cotte con la pastella. Non mancano giardini e parchi, fra cui l’oasi verde del parco di Monserrato. La distesa di sabbia di Platamona, nel golfo dell’Asinara, è storicamente la ‘spiaggia dei sassaresi’. Sul versante occidentale, a nord di Capo Caccia, troverai i colori abbaglianti di Porto Ferro, con sabbia fine, e di Porto Palmas, con piccoli ciottoli levigati. Più a nord ecco l’Argentiera, simbolo di archeologia mineraria, un tempo in auge, oggi villaggio fantasma.
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Sassari
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Fondata nel Medioevo, quando la popolazione dell’antica Turris Libisonis si rifugiò gradualmente nell’entroterra, Sassari sorge su un tavolato calcareo segnato da valli e gole e contornato da colline coltivate. Oliveti e boschi completano la cornice del quinto territorio per estensione in Italia. È la seconda città sarda per popolazione (128 mila abitanti), cuore di un’area che ne accoglie il doppio. Divenne Comune nel 1294 con la promulgazione degli Statuti sassaresi, che rappresentano un corpus di leggi fondamentale della storia isolana. Nel XIX secolo si espanse oltre le mura trecentesche, che la cingevano collegate da 36 torri. Oggi ne restano sei. Al posto del castello sorse la caserma La Marmora, ora museo della Brigata Sassari, protagonista di vicende militari del XX secolo. I sassaresi più influenti sono stati Enrico Berlinguer e i presidenti della Repubblica Antonio Segni e Francesco Cossiga. Fontana di Rosello e Piazza d’Italia sono i due simboli della città. Il centro è composto da edifici signorili, luoghi d’arte e cultura. Tanti i musei, tra cui il Mus’A, il Biasi, il padiglione Tavolara e, soprattutto, il museo nazionale Sanna, un concentrato di archeologia. La testimonianza preistorica più imponente (ed enigmatica) è l’altare di monte d’Accoddi, piramide a gradoni che ricorda i santuari mesopotamici, edificato nel IV millennio a.C., restaurato nel III e frequentato fino all’età del Bronzo. Nel Sassarese ci sono anche dolmen, domus de Janas, menhir e 150 siti nuragici, tra nuraghi, villaggi, tombe di Giganti e pozzi sacri. Tra gli edifici di culto il più antico è la chiesa di sant’Apollinare. Mentre spicca la cattedrale di san Nicola di Bari, armoniosa sovrapposizione di stili architettonici (volte gotiche, facciata barocca, decori classici) costruita a partire dal XIII secolo. La penultima domenica di maggio si svolge l’affascinante Cavalcata Sarda, sfilata di costumi tradizionali. A Ferragosto si celebra la festa ‘grande’, la Discesa dei Candelieri, processione di monumentali ceri di legno portati a spalla lungo le vie, sino alla chiesa di santa Maria di Betlem, per sciogliere il voto alla Vergine che, secondo leggenda, salvò la città dalla peste. Suggestivi sono i riti della Settimana Santa. A proposito di tradizione, ecco la cucina: la favata e le ‘monzette’, lumachine cotte con la pastella. Non mancano giardini e parchi, fra cui l’oasi verde del parco di Monserrato. La distesa di sabbia di Platamona, nel golfo dell’Asinara, è storicamente la ‘spiaggia dei sassaresi’. Sul versante occidentale, a nord di Capo Caccia, troverai i colori abbaglianti di Porto Ferro, con sabbia fine, e di Porto Palmas, con piccoli ciottoli levigati. Più a nord ecco l’Argentiera, simbolo di archeologia mineraria, un tempo in auge, oggi villaggio fantasma.
L'altare prenuragico di Monte d'Accoddi, situato in un'area pianeggiante a breve distanza dal mare, è un monumento unico non solo in Sardegna ma in tutto il Mediterraneo occidentale. Si presenta come una struttura imponente che ricorda quella delle ziqqurat mesopotamiche del III millennio a.C. ed è caratterizzata da una forma tronco-piramidale, con una lunga rampa di accesso. L’edificio si sovrappone a una precedente struttura, denominata "Tempio Rosso" che presenta, sulla sommità della terrazza un sacello rettangolare intonacato e dipinto di ocra rossa, del quale si conservano ancora tracce del pavimento e, parzialmente, il muro perimetrale. Questa struttura fu edificata in una fase avanzata della cultura di Ozieri (3000 a.C), nella stessa area dove, durante la seconda metà del IV millennio, si era sviluppato un villaggio connesso ad un'area sacra megalitica. La distruzione dell’edificio, forse determinata da un incendio, rese necessaria intorno al 2800 a.C. la costruzione di una nuova struttura, quella che oggi vediamo. Questo secondo tempio, caratterizzato da un profilo a gradoni, è circondato da un vasto villaggio nel quale si nota la "capanna dello stregone". La funzione dell'Altare di Monte d'Accoddi è quella di "luogo alto" dove probabilmente si riunivano le comunità prenuragiche per compiere riti legati alla fertilità. L’edificio conservò la sua funzione religiosa di "villaggio-santuario" per diversi secoli finché venne definitivamente abbandonato, così come attesta il ritrovamento della sepoltura di un bambino, attribuibile alla Cultura di Bonnanaro (1800 a.C). Obbligatoria la prenotazione per visitare il sito
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阿科迪山
KM 222 SV Monte d'Accoddi
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L'altare prenuragico di Monte d'Accoddi, situato in un'area pianeggiante a breve distanza dal mare, è un monumento unico non solo in Sardegna ma in tutto il Mediterraneo occidentale. Si presenta come una struttura imponente che ricorda quella delle ziqqurat mesopotamiche del III millennio a.C. ed è caratterizzata da una forma tronco-piramidale, con una lunga rampa di accesso. L’edificio si sovrappone a una precedente struttura, denominata "Tempio Rosso" che presenta, sulla sommità della terrazza un sacello rettangolare intonacato e dipinto di ocra rossa, del quale si conservano ancora tracce del pavimento e, parzialmente, il muro perimetrale. Questa struttura fu edificata in una fase avanzata della cultura di Ozieri (3000 a.C), nella stessa area dove, durante la seconda metà del IV millennio, si era sviluppato un villaggio connesso ad un'area sacra megalitica. La distruzione dell’edificio, forse determinata da un incendio, rese necessaria intorno al 2800 a.C. la costruzione di una nuova struttura, quella che oggi vediamo. Questo secondo tempio, caratterizzato da un profilo a gradoni, è circondato da un vasto villaggio nel quale si nota la "capanna dello stregone". La funzione dell'Altare di Monte d'Accoddi è quella di "luogo alto" dove probabilmente si riunivano le comunità prenuragiche per compiere riti legati alla fertilità. L’edificio conservò la sua funzione religiosa di "villaggio-santuario" per diversi secoli finché venne definitivamente abbandonato, così come attesta il ritrovamento della sepoltura di un bambino, attribuibile alla Cultura di Bonnanaro (1800 a.C). Obbligatoria la prenotazione per visitare il sito

Offerta gastronomica

A soli 8 km da Eden Beach Ristorante “Da Vito” dimostra la sua grande classe con le pietanze che escono dalla cucina e si presentano al palato dei fortunati clienti. Sapori e profumi intensi e particolari, tutto non può essere descritto in modo efficace solo a parole. Vito deve in primo luogo la sua fama proprio ai cibi dal gusto inconfondibile che offre nel suo locale. Troverete piatti di stagione che sono garanzia di qualità e con un sapore davvero genuino. Dai funghi ai ricci, dai carciofi alla carne, fino alla selvaggina e al pesce di ogni genere. Tutto questo nel periodo dell’anno adatto, in cui i sapori risaltano in maniera più naturale e decisa. La cura negli antipasti è decisamente un’ottima prerogativa per gustare quello che la cucina del ristorante è in grado di offrire, tanto da meritare una menzione sulla guida de “L’Espresso“. Una cena in un ambiente ricco di particolari anche sui muri, dalle esposizioni di quadri fino ai chiaroscuri che occupano intere pareti, il locale si è prestato e sensibilizzato ad esposizioni di artisti famosi in un ambiente reso accogliente in primo luogo dall’atmosfera familiare. E’ su questo che la direzione del locale pone l’accento con enfasi: “Lo staf che ci affianca, lo stesso da sempre, con estrema cordialità e professionalità riesce in ogni momento interpretare al meglio le esigenze di ogni singolo cliente facendolo sentire importante, dandogli la possibilità di apprezzare fino in fondo le prelibatezze culinarie sempre accompagnate dall’ottima cantina”.
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Ristorante Da Vito
07036 Strada Statale 200 dell'Anglona
24 当地人推荐
A soli 8 km da Eden Beach Ristorante “Da Vito” dimostra la sua grande classe con le pietanze che escono dalla cucina e si presentano al palato dei fortunati clienti. Sapori e profumi intensi e particolari, tutto non può essere descritto in modo efficace solo a parole. Vito deve in primo luogo la sua fama proprio ai cibi dal gusto inconfondibile che offre nel suo locale. Troverete piatti di stagione che sono garanzia di qualità e con un sapore davvero genuino. Dai funghi ai ricci, dai carciofi alla carne, fino alla selvaggina e al pesce di ogni genere. Tutto questo nel periodo dell’anno adatto, in cui i sapori risaltano in maniera più naturale e decisa. La cura negli antipasti è decisamente un’ottima prerogativa per gustare quello che la cucina del ristorante è in grado di offrire, tanto da meritare una menzione sulla guida de “L’Espresso“. Una cena in un ambiente ricco di particolari anche sui muri, dalle esposizioni di quadri fino ai chiaroscuri che occupano intere pareti, il locale si è prestato e sensibilizzato ad esposizioni di artisti famosi in un ambiente reso accogliente in primo luogo dall’atmosfera familiare. E’ su questo che la direzione del locale pone l’accento con enfasi: “Lo staf che ci affianca, lo stesso da sempre, con estrema cordialità e professionalità riesce in ogni momento interpretare al meglio le esigenze di ogni singolo cliente facendolo sentire importante, dandogli la possibilità di apprezzare fino in fondo le prelibatezze culinarie sempre accompagnate dall’ottima cantina”.
Ad Alghero a pochi minuti dall’aereoporto Per chi avesse la curiosità di provare la gastronomia sarda e visitare questo luogo caratteristico a conduzione familiare
58 当地人推荐
Sa Mandra
1 Strada Provinciale 44
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Il miglior ristorante in cui abbia mangiato ad Alghero ‘uno sballo di papille gustative’
9 当地人推荐
Ristorante Da Musciora Danilo Delrio
59 Via Giuseppe Mazzini
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